"Quindi, potrei solo dirti di vivere più che puoi, di essere curioso, e anche di leggere molto, moltissimo, tutto quello che ti capita: perchè è come il mare: c'è solo da navigare molto con altri per imparare poi a tenere il timone. "

martedì 11 dicembre 2012

Otto anni dopo

C' era qualcosa che inspiegabilmente gli si accendeva dentro, toccando un misterioso tasto dolente della sua vita.
Un film, solitamente. Una madre, un padre, un litigio, una perdita. La paura di una perdita, ancora.
Le lacrime versate quella notte sul letto dei genitori, tra le braccia della nonna con un fratello troppo piccolo per capire, erano, dopo otto anni, ancora sedimentate sulle sue guance, a solcarle, come fan i fiumi sul terreno troppo debole per resistere.
Quelle in macchina, un bagagliaio, una spiegazione, la realtà nuda e cruda sbattuta in faccia.
Quelle del pomeriggio stesso, quando un tentativo di sfogo calcistico era fallito, lo sguardo fisso tra le nuvole, a cercare dove mai fosse andato nonno.

lunedì 4 giugno 2012

Adulare ortiche di deserta gleba

-Dormito bene, Rod?
Albert dovette aspettare un paio di minuti prima di ottenere una risposta soffocata da uno sbadiglio..
-Si, forse. Ho fatto un bel sogno, un bacio, mi pare, lei, sicuramente. Ma era solo un sogno, un fottutissimo sogno.
-Come era solo un sogno?
  Sono importanti sai, i sogni..
-Ma smettila con le tue fantisticherie. Un sogno è un sogno. La vita è un altra cosa, i sogni non sono la      realtà, Albert.
-Ma che male c'è a pensare che lo siano?
 I sogni, dico. Potrebbero far parte della tua vita anche i sogni. O essere la tua vita.
 E' affascinante no? Irrazionale, ma affascinante.
-Ma ti senti?
-Si
- ...
-Ma è affascinante!
-Anche una bionda è affascinante, Albert, sarebbe ora che iniziassi a pensare alle donne e smetterla con le tue cazzate

Restavano sempre in sospeso le loro discussioni, Albert viaggiava con la mente, Rod affrontava la realtà così com' era. Per quanto dura e monotona fosse non si lasciava illudere dai sogni o dai tentativi di evadere dalla realtà.

-C'è chi ne fa la collezione sai, di sogni.
Rod si era acceso una sigaretta e fumava nervoso. Gli sbuffi di fumo, così chiari e leggeri, andavano a dissolversi in alto, verso l' infinito.
Come fanno i sogni, penso.
Una nuvola, un pensiero gassoso, che ti raggiunge e poi fugge, in cerca di un altro sognatore.
Me li sono sempre immaginati così, i sogni.

domenica 3 giugno 2012

Terremoto

Le fondamenta. Una base solida. 
Un punto di partenza, di riferimento.
Necessario. Solido
E se si indebolisce, crolla.
Un punto d' appoggio, superficie che ci sostiene.
Ribelle. 
E nel momento che si scatena, danza, ondula. Distrugge.
Rimaniamo senza certezze, se non abbiamo un punto d' appoggio.
Vuoti e inutili.
Di troppo, su questa terra.
Un ostacolo per l' immensità. Un ostacolo insignificante.
Una gazzella che domina il leone.
Persi.

Impotenti

Solitudine

Un sottile strato di polvere copriva le poltrone del cinema.
Non c' era nessuno in sala quella sera, tranne me, ovviamente. E i miei pop corn, che comunque mi avrebbero abbandonato nel giro di poco tempo. Nonostante provassi a dosarli, riuscivo puntualmente a finirli prima dell' inizio del film. Sempre.
Non so che film avrebbero proiettato quella sera; sinceramente non so nemmeno se ci sarebbe stato un film, ma io avevo voglia di andare al cinema.
Lo schermo era spento.
La sala, vuota.
I pop corn, finiti.
Il mio cuore, spezzato.
Ero ancora una volta solo, irrimediabilmente solo.
Solo come una bottiglia in mezzo al mare, contenente chissà quale messaggio.
Solo come un paio di scarpe lanciate in un angolo da una ragazza in lacrime, delusa dall' ennesimo appuntamento andato male.
Solo come una vedova scorbutica, che non ha mai voluto chiedere scusa.